Newsletter Ottobre 2016

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Newsletter 

Ottobre 

2016

  

Consigli di Prevenzione e Protezione

Per alcune categorie di professionisti (insegnanti, guide turistiche, conferenzieri, centralinisti, cantanti, commercianti) la voce è uno strumento di lavoro indispensabile. L’uso improprio ed ininterrotto della voce può provocare disfonia e danni alle corde vocali.

 

Le corde vocali (o “pliche vocali”) sono due lembi tendinei che con il passaggio dell’aria vibrano producendo suono. In fase di respirazione rimangono aperte e non si produce nessun suono, mentre nel parlare, con decisione volontaria del soggetto, si muovono e restringono ritmicamente la via respiratoria, modificando il flusso d’aria e producendo un suono.

 

LESIONI

Le corde vocali, generalmente il rivestimento mucoso, possono essere sede di alterazioni dovute a:

  • fattori meccanici (sfregamento eccessivo a causa di un modo di parlare troppo energico o scorretto)

  • fattori chimici (fumo di sigaretta o vapori tossici).

 

Le lesioni più frequenti sono:

  • nodulo, ovvero un callo che si forma per ispessimento del rivestimento mucoso in seguito ad un traumatismo diretto e continuo; può regredire se si rimuovono le cause (correzione del modo di parlare tramite logopedia), altrimenti si ricorre alla chirurgia;

  • polipo, una proliferazione della mucosa che riveste le corde vocali; generalmente viene asportato chirurgicamente;

  • l’edema di Reinke (o cordite ipertrofica), un prolasso della corda vocale che si origina quando l’infiammazione prodotta da un parlare scorretto e, soprattutto, dal fumo eccessivo, determina l’aumento del contenuto d’acqua (edema) negli spessori del rivestimento e nello spazio tra questo e il legamento vocale (spazio di Reinke), provocando la voce rauca tipica dei fumatori incalliti; anche in questo caso occorre intervenire chirurgicamente e, successivamente, fare logopedia e smettere di fumare;

  • lesioni occulte, ovvero insolcature o ispessimenti della corda vocale che alterano il bordo di contatto tra le due corde, alterandone le caratteristiche vibratorie e modificando la qualità della voce.

 

MICROLARINGOSCOPIA

Le lesioni benigne della laringe (noduli, polipi, edema di Reinke, lesioni occulte) possono essere trattate chirurgicamente. La microlaringoscopia è un trattamento fono-chirurgico praticato in anestesia generale con l’utilizzo del microscopio operatorio. È anche il modo comunemente utilizzato per fare biopsie su lesioni sospette maligne.

 

LA DISFONIA 

I disturbi della voce (disfonia) possono manifestarsi per una serie di molteplici cause, dall’uso improprio delle corde vocali, alle allergie, fino al cancro della laringe.

I vari disturbi che determinano un’incapacità fonatoria totale o parziale presentano quindi un’ampia variabilità: dalla semplice raucedine (voce rauca o secca) sino all'afonia (completa assenza della voce).

 

 

COME PREVENIRE? 

  • Ridurre il consumo di sostanze disidratanti come alcool, antistaminici, menta; evitare the e caffè; bere molta acqua per mantenere una buona idratazione

  • Non schiarire continuamente la voce

  • Non parlare al lungo con tono di voce forzato o alterato senza adeguate pause

  • Evitare rumori di fondo

  • Non alzare la voce parlando al telefono né forzare l’atteggiamento del collo

  • Non sforzare la voce se già malati o affetti da raucedine e soprattutto non fumare

  • Riconoscere le situazioni di stress: portano ad irrigidire la mandibola, il collo e il tronco, a bloccare il diaframma, ad innalzare il tono di voce e a ridurre le pause con allungamento delle frasi

  • Riconoscere che alcuni farmaci (anche di medicina “alternativa”) influiscono negativamente sulla voce

  • Conservare ritmi sonno-veglia regolari

  • Parlare “sul fiato” (respirando adeguatamente e rispettando posizioni corrette per la funzione del diaframma e dei muscoli respiratori)

  • Riposare la voce

     

PRECAUZIONI DA ADOTTARE NELL’AMBIENTE DI LAVORO

Temperatura, umidità e qualità dell’aria sono i tre fattori principali che determinano le condizioni climatiche degli ambienti interni. Questo insieme di fattori è chiamato “microclima” ed è importantissimo per il benessere dell’organismo. D’inverno, con il riscaldamento acceso, la temperatura in casa deve essere, di circa 200 C, mentre d’estate dovrebbe oscillare tra i 230 e i 250 C. Il tasso di umidità non deve essere inferiore al 40% in inverno e al 55-60% in estate. Livelli di umidità troppo bassi o, al contrario, troppo alti potrebbero causare problemi di salute. Ecco perché, al fine di tenere sotto controllo il tasso di umidità dell’aria, sarebbe opportuno tenere nell’ambiente un igrometro, strumento che consente di rilevare con precisione questo dato.

 

Oltre a questo negli ambienti di lavoro sono importanti: 

  • bassa presenza di particolato o di polveri;

  • buona acustica degli ambienti e basso riverbero ambientale;

  • ridotta presenza di superfici fono riflettenti con preferenza di quelle fono assorbenti (più favorevoli alla fonazione) come tendaggi, tappezzerie e idonee pavimentazioni;

  • isolamento acustico tra gli ambienti.

     

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2016

 

Notizie, Indagini e Ricerche

La letteratura scientifica internazionale ha evidenziato come il settore dell’Istruzione sia particolarmente interessato dal fenomeno del rischio da stress lavoro-correlato e dai fattori di rischio psicosociale. Il fattore di rischio più frequente è relativo alla gestione degli studenti difficili, seguito dalla pressione temporale e dalla precarietà del lavoro, così come si evince anche dai risultati preliminari dell’indagine europea ESENER 2 sui rischi nuovi ed emergenti.

 

Di seguito sono elencati alcuni fattori di rischio organizzativo potenzialmente presenti in questo settore e, per ognuno di essi, alcune misure utili alla prevenzione e/o riduzione del rischio da stress lavoro-correlato.

 

RAPPORTO PROBLEMATICO CON ALUNNI E/O GENITORI 

  • Dedicare tempo alladiscussione sul rapporto insegnanti - genitori all’interno del Consiglio d’Istituto

  • Organizzareseminari e/o incontri d’aggiornamentosul temadelle comunicazioni interpersonali efficaci e sugli stili educativi, in relazione alla fascia di età degli alunni

  • Introdurre o potenziare imomenti di accoglienza inizialesia dal punto di vista didattico che relazionale

 

MANCATA CONDIVISIONE DEL PATTO EDUCATIVO TRA FAMIGLIA ED ISTITUZIONE SCOLASTICA 

  • Favorire il dialogo fra genitori ed insegnanti (ad esempio attraverso l’organizzazione di incontri e/o seminari)

  • Favorire lacollaborazione delle famiglie nelle attività educative

 

CONFRONTO CON UNA REALTÀ SEMPRE PIÙ MULTIETNICA E MULTICULTURALE E CRESCITA DI DEL NUMERO DI STUDENTI EXTRACOMUNITARI 

  • Predisporre attività di supporto linguistico per gli alunni extracomunitari,per l’acquisizione di un livello sufficiente di conoscenza della lingua italiana al fine di permettere loro di seguire le lezioni

  • Attivare progetti che coinvolgano tutti gli studenti e favoriscano l’integrazione degli alunni extracomunitari

 

PRESENZA DI CLASSI NUMEROSE E/O CON ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO, CON DISTURBI DELL’ATTENZIONE IN ASSENZA DI INSEGNANTI DI SOSTEGNO ED AUMENTO DELLA PRESENZA DI ALUNNI DISABILI 

  • Definire chiari ed espliciti criteri di formazione delle classi prime

  • Prevedere prove di ingresso e/o considerarefattori oggettiviper assicurare la formazione di classi omogenee

  • Prestare attenzione alle informazioni in merito asituazioni specifiche (ad esempio alle problematiche di singoli alunni, all’incompatibilità fra alcuni studenti, ecc.) coinvolgendo i coordinatori dei Consigli di Classe

 

DISOMOGENEITÀ ALL’INTERNO DEI CONSIGLI DI CLASSE IN MERITO AI CRITERI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO E/O AI MESSAGGI EDUCATIVI DA TRASMETTERE AGLI ALUNNI

  • Individuare spazi di discussionein merito alla valutazione dell’apprendimento e ai messaggi educativi da trasmettere agli alunni, sia in Collegio Docenti che in piccoli gruppi (Consiglio di Classe, team, ecc.) al fine di definire regole condivise e formalizzate

 

FREQUENTI MODIFICHE ORGANIZZATIVE CONSEGUENTI ALLE RIFORME SCOLASTICHE (AUTONOMIA SCOLASTICA, LAVORO D’ÉQUIPE, INNALZAMENTO DELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO, INGRESSO ANTICIPATO NEL MONDO DELLA SCUOLA)

  • Informare in merito a riforme, cambiamenti in atto e vincoli normativi tramite seminari, workshop e/o gruppi di discussione

 

COSTANTE NECESSITÀ DI AGGIORNAMENTO E/O DIFFICOLTÀ DI ACCESSO ALL’AGGIORNAMENTO CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE TECNOLOGIE INFORMATICHE E DI COMUNICAZIONE ELETTRONICA 

  • Proporre un piano annuale di aggiornamento considerando sia gli specifici ambiti disciplinari che quelli trasversali (informatica, comunicazione, metodologia didattica, ecc.)

 

CRITICITÀ LEGATE ALL’ORGANIZZAZIONE DEGLI ORARI DELLE LEZIONI 

  • Illustrare i vincoli organizzativi che possono impedire l’accoglimento delle preferenze, coinvolgendo i lavoratori nell’analisi delle necessità organizzative e nella ricerca delle migliori soluzioni

  • Permettere al personale scolastico di esprimere delle preferenze in termini di orario, da valutare poi in relazione alle necessità organizzative

 

REGOLAMENTI D’ISTITUTO TALVOLTA POCO CHIARI 

  • Revisionare i contenuti del Regolamento in modo che siano applicabili, concreti e più vicini alla realtà della scuola

  • Realizzare momenti didivulgazione dei contenuti del Regolamento

  • Monitorare l’applicazione del Regolamento

 

SCARSA DIFFUSIONE DELLE CIRCOLARI, INADEGUATI FLUSSI DI COMUNICAZIONE INTERNA 

  • Definire in maniera puntuale contenuti e destinatari delle circolari

  • Gestire accuratamentela diffusione delle circolari e delle informazioni

 

SCARSE POSSIBILITÀ DI COMUNICAZIONE E SCARSO SUPPORTO DA PARTE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO RISPETTO A SITUAZIONI DIDATTICAMENTE ED EDUCATIVAMENTE DIFFICILI ED IN MERITO AI RAPPORTI CON GLI ALUNNI E LE RISPETTIVE FAMIGLIE 

  • Curare l’ascolto del personale (orari di ricevimento, presenza fisica a scuola, momenti di ascolto non strutturati, ecc.)

  • Effettuareriunioni e/o incontri tra dirigenza ed insegnanti

  • Predisporre strumenti di partecipazione del personale scolastico alle scelte assunte all’interno della scuola (ad esempio mettendo a disposizione sistemi di comunicazione e/o favorendo l’invio di proposte e suggerimenti)

     

SCARSO SUPPORTO DA PARTE DEI COLLEGHI ED ISOLAMENTO 

  • Promuovere la discussione di gruppo (nei Consigli di Classe o nei team) sui problemi riscontrati ed affrontati dai singoli insegnanti, favorendo il confronto, la condivisione e il supporto reciproco

  • Organizzare seminari e/o incontri di aggiornamento sul tema delle relazioni interpersonali tra pari e sul lavoro di gruppo

  • Favorire lo scambio e il supporto tra colleghi (incontri, seminari e/o progetti interdisciplinari su temi trasversali come salute, sicurezza, cittadinanza, educazione civica, ecc.)

  • Creare uno sportello di ascolto per i casi individuali

     

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2016

 

Normative e Leggi

Il 25 maggio 2016 è entrato in vigore il nuovo Regolamento EU 679/2016 “Protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati” che abroga la direttiva 95/46/CE (“Regolamento generale sulla protezione dei dati”) sulla protezione dati personali.

Il Regolamento diventerà obbligatorio dal 25 maggio 2018 ma, nel frattempo, può essere adottato e può essere utilizzato in parallelo all’attuale Codice Protezione Dati Personali (D.Lgs. 196/2003).Le imprese avranno, quindi, due anni di tempo per adottare i cambiamenti necessari al fine di adeguare il loro sistema di gestione dei dati personali, così da evitare sanzioni.

 

Il Regolamento obbliga ad una maggiore attenzione e ad una maggiore trasparenza verso gli interessati: ciascuna organizzazione deve avviare le necessarie modifiche ai processi e ai sistemi interni, analizzando attentamente lo stato attuale, gestendo le modifiche da apportare con la dovuta attenzione ai costi interni e dosando quindi opportunamente e correttamente gli sforzi.

  • All’Articolo 40 si raccomandano l’elaborazione e l’adozione di Codici di Condotta, strumenti “destinati a contribuire alla corretta applicazione” della nuova normativa, i quali vanno sottoposti all’Autorità (Autorità Garante Protezione Dati Personali per l’Italia) responsabile di emettere un parere di conformità e monitorati da un organismo in possesso del livello adeguato di competenza (Articolo 41).

I Codici di Condotta hanno caratteristiche simili a quelle dei Codici Deontologici che oggi fanno parte del D.Lgs. 196/2003: analogamente a quanto accaduto per questi ultimi, è probabile che l’Autorità Garante faccia propri i Codici di Condotta conformi e li renda disponibili (“registra e pubblica” sostiene il punto 6 dell’Articolo 40) favorendo i processi di monitoraggio e certificazione.

  • All’Articolo 42, si incoraggia l’istituzione di meccanismi di certificazione della protezione dei dati, nonché di sigilli e marchi di protezione dati, allo scopo di dimostrare la conformità al Regolamento dei trattamenti effettuati.

La certificazione deve essere rilasciata da organismi accreditati e in possesso di un adeguato livello di competenze (Articolo 43) sulla base di un meccanismo di certificazione approvato. 

Ciascuna organizzazione in possesso delle caratteristiche previste all’Articolo 40 può sviluppare un Codice di Condotta e presentarlo all’Autorità Garante per la Protezione Dati Personali per chiedere un parere di conformità. In alternativa, l’organizzazione ha l’opportunità di adottare un Codice di Condotta già esistente e ritenuto conforme dall’Autorità Garante, integrandolo con proprie Linee Guida Operative che hanno lo scopo di calare il Codice di Condotta nella specifica realtà dell’organizzazione. Le Linee Guida operative devono, quindi, illustrare in dettaglio le attività dell’organizzazione idonee a favorire la gestione del trattamento dei dati personali in modo standardizzato e attraverso indicazioni puntuali.

 

COME ADEGUARSI AL NUOVO REGOLAMENTO

Nonostante il nuovo Regolamento diventerà obbligatorio il 25 maggio 2018, è importante e utile per le organizzazioni avviare il percorso di conformità.

Le attività che la singola impresa dovrà svolgere per l’adeguamento legislativo dipenderanno da molti fattori, come la specificità del settore in cui opera l’organizzazione, la tipologia di clientela servita e quella dei dati trattati, le modalità di trattamento, l’obbligatorietà di dotarsi della professionalità di un Data Protection Officer (DPO=Responsabile della Protezione Dati Personali) nei casi previsti dal Regolamento.

Il lavoro da fare dovrà essere valutato caso per caso e potrà anche, in alcuni casi, tradursi in un impegno significativo di tempo e risorse per l’organizzazione. 

Qualora essa volesse intraprendere questo percorso, fornirebbe un messaggio di trasparenza e di impegno nei confronti della propria clientela e dei propri stakeholders (in senso più ampio) e potrebbe ricavarne un vantaggio competitivo in un mercato che è sempre più internazionalizzato.

 

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