Newsletter Dicembre 2016
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Newsletter Dicembre 2016 |
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Consigli di Prevenzione e Protezione È necessario proteggersi dalle radiazioni solari anche in autunno e in inverno. Solitamente siamo portati a pensare che ci si debba proteggere dal sole soltanto durante la bella stagione. Non è così.Le radiazioni solari rappresentano un rischio per tutti i soggetti esposti e per i lavoratori all’aperto anche in autunno e in inverno.
LUOGHI COMUNI DA SFATARE
Sulla base di tali considerazioni, è necessario proteggersi dai raggi solari anche in autunno e in inverno, poiché si devono considerare sia la radiazione riflessa bassa o moderata su terreno, acqua, cemento, asfalto e erba, sia la radiazione riflessa elevata su neve, ghiaccio e marmo bianco, con cielo sereno. Inoltre, bisogna proteggersi anche quando il cielo è nuvoloso e/o c’è vento, poiché questi agenti atmosferici non difendono dai raggi UV, anche se viene ridotta la sensazione del calore del sole sulla pelle.
PRECAUZIONI Si devono quindi adottare delle precauzioni per evitare danni alla pelle (eritemi, scottature, foto-invecchiamento per ispessimento degli strati superficiali della pelle e, nei casi più gravi, insorgenza di tumori), danni agli occhi (foto-cheratite e foto-congiuntivite) e danni al sistema immunitario (l’esposizione acuta e l’esposizione cronica alla radiazione UV diminuiscano la capacità del sistema immunitario di riconoscere e di reagire contro i microrganismi invadenti o contro l’insorgere di un tumore).
Vestiario da indossare Abiti che coprano tutto il corpo, che non ostacolino i movimenti per i lavoratori all’aperto.
Occhiali da sole Tra le diverse tipologie di occhiali, quelle più adatte alla stagione autunnale e invernale sono quelle con lenti gialle, che creano un miglior contrasto per gli oggetti molto lontani, soprattutto in una giornata nuvolosa o nevosa, e sono adatti soprattutto per sciatori, cacciatori, marinai e piloti, e quelle con filtri polarizzati, che bloccano la luce riflessa dalle superfici d’acqua o dal manto stradale bagnato. Sono invece sconsigliati gli occhiali con lenti sfumate, più scure nella parte alta dell’occhiale e più chiare nella parte inferiore, poiché non bloccano efficacemente i raggi che provengono dal basso.
Inoltre gli occhiali
Creme con filtri solari Si consiglia di utilizzare anche in autunno e in inverno creme con fattore di protezione solare. Inoltre si raccomanda di:
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Notizie, Indagini e Ricerche In caso di esposizione a scarichi di motori diesel, è necessario adottare delle misure di prevenzione per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro. Il diesel è un carburante ricavato dal petrolio, dalla cui combustione nei motori a scoppio si sviluppano gas e vapori (l’anidride carbonica e il monossido di carbonio, che aumenta esponenzialmente in caso di mancanza di aria, gli ossidi di azoto e di zolfo, gli idrocarburi incombusti e non, inclusi i policiclici aromatici e le aldeidi) e il particolato (composto da polveri di carbone e polveri organiche, inclusi gli IPA condensati, metalli in tracce e diversi stati). La combustione di 1 Kg di gasolio (1,2 litri) richiede circa 15 kg di aria, producendo più di 14 m3 di gas, di cui una parte è assolutamente pericolosa per la salute.
CONSEGUENZE DELL’ESPOSIZIONE L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato lo scarico dei motori diesel fra i cancerogeni di gruppo 1, quindi fra i 108 agenti a maggiore criticità per i quali esistono prove sufficienti a stabilire un nesso causale tra l’esposizione e lo sviluppo di tumori nell’uomo. L’esposizione agli scarichi può avvenire nei luoghi in cui si vive, viaggiando o lavorando, determinando differenti problematiche:
L’ESPOSIZIONE LAVORATIVA E LA SUA VALUTAZIONE L’esposizione potenziale agli scarichi di motori diesel riguarda diversi settori lavorativi con milioni di lavoratori potenzialmente esposti. In ogni situazione occorre censire, in primo luogo, le sorgenti costituite dai motori a diesel e verificarne l’interazione con i lavoratori secondo le loro mansioni e tempi di esposizione. Le concentrazioni degli scarichi nel luogo di lavoro dipenderanno da diversi parametri:
INDICAZIONI PER RIDURRE L’ESPOSIZIONE AGLI SCARICHI DEI VEICOLI E DEI MOTORI DIESEL
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Normative e Leggi Il personale addetto alla gestione e alla conduzione dei carri attrezzi per attività di soccorso stradale rientra nel campo di applicazione del Decreto Interministeriale 4 marzo 2013 e quindi è obbligato a frequentare il corso di formazione professionale, così come previsto dallo stesso Decreto. Sono diversi i quesiti e le richieste di chiarimenti inviati in questi anni alla Commissione Interpelli, prevista dall’articolo 12 del D.Lgs. 81/2008, in relazione al Decreto interministeriale 4 marzo 2013 contenente i “Criteri generali di sicurezza relativi alle procedure di revisione, integrazione e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgono in presenza di traffico veicolare”.
In un recente interpello pubblicato sul sito del Ministero del Lavoro si riporta il quesito, seguito da relativa risposta, che è stato avanzato dalla Confederazione CNA riguardo alla possibilità che il personale addetto ai carri attrezzi, in attività di soccorso stradale, sia esonerato dal frequentare il corso di formazione professionale.
La Commissione interpelli ricorda innanzitutto che il Decreto Interministeriale è un decreto attuativo del D.Lgs. 81/2008, con riferimento a quanto indicato dall’articolo 161, comma 2-bis e, in seguito, fa alcune premesse normative. A tal proposito ricorda che al punto 2 del “Disciplinare tecnico relativo agli schemi segnaletici, differenziati per categoria di strada, da adottare per il segnalamento temporaneo”, approvato con Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 10 luglio 2002, si indica in particolare che ‘sulle strade possono presentarsi anomalie, quali cantieri, incidenti, ostruzioni, degrado, etc., che costituiscono un pericolo per gli utenti’ e che ‘per salvaguardare la loro sicurezza e quella di chi opera sulla strada o nelle sue immediate vicinanze, mantenendo comunque una adeguata fluidità della circolazione, il segnalamento temporaneo deve: informare gli utenti; guidarli; convincerli a tenere un comportamento adeguato ad una situazione non abituale’.
L’interpello cita poi l’articolo 3 del Decreto del 4 marzo 2013, che fa riferimento anche all’articolo 2 relativo alle procedure di apposizione della segnaletica stradale. Vi è scritto che “i datori di lavoro del gestore delle infrastrutture e delle imprese esecutrici e affidatarie, ferme restando le previsioni del d.lgs. n. 81/2008, assicurano che ciascun lavoratore riceva una informazione, formazione e addestramento specifici relativamente alle procedure di cui all’articolo 2”. Inoltre, “la durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione di cui al comma 1 sono individuati nell’Allegato II”, che contiene lo “Schema di corsi di formazione per preposti e lavoratori, addetti alle attività di pianificazione, controllo e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgano in presenza di traffico veicolare”.
Dopo queste premesse, secondo la Commissione “l’attività di soccorso stradale rientra a pieno titolo tra le attività lavorative che si svolgono in presenza di traffico veicolare di cui al Decreto interministeriale 4 marzo 2013, anche alla luce dell’esplicito richiamo alle situazioni incidentali all’interno del campo di applicazione del Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 10 luglio 2002”. Pertanto, a giudizio della Commissione, “i lavoratori che svolgono attività di soccorso stradale con apposizione di segnaletica temporanea nei casi previsti dal Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 10 luglio 2002 rientrano nel campo di applicazione del Decreto Interministeriale 4 marzo 2013”. |
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